Mi piace chiamarla la Villa Bombardata di Santomato che, per chi non lo sapesse, è un piccolo paese in provincia di Pistoia.
E’ usanza degli urbexer dare un nome ai luoghi abbandonati che vanno a visitare. Nome che spesso rispecchia le caratteristiche tipiche di quel luogo. Ancora poche righe e capirete perché userò il nome Villa Bombardata per descrivere questa casa abbandonata sulle colline di Santomato.
Nobiltà sulle colline di Santomato
Non è stato facile reperire molte informazioni su questa antica abitazione. Le poche cose che si conoscono di lei sono state perlopiù trasmesse a voce ed ormai sono in pochi a conoscere la sua storia e, probabilmente, fuori dal circondario sono in pochissimi quella che la conoscono. Persino io che abito qui vicino da sempre ne ho sentito parlare solamente pochi mesi fa.
I più anziani la conoscono come la Villa di Pian di Collina, dal luogo in cui sorge, e sanno che fu eretta a cavallo fra il 1800 ed il 1900. Proprietaria allora era la famiglia Calderai che fece erigere la Villa in un territorio di oltre 2000 metri quadri. Nonostante oggi sia in gran parte distrutta si può evincere dalle fontane monumentali, dai lampioni in ferro battuto, dai possenti terrazzamenti il passato nobile che sicuramente la caratterizzava. Al di là della posizione molto defilata questa è stata una fra le prime abitazioni della Toscana ad avere l’elettricità. Un piccolo grande capolavoro di ingegneristica.
Il pericolo della guerra
Tutto molto affascinante ma la sua vera storia ha inizio con lo scoppiare della seconda guerra mondiale. E’ il 1943 e l’Italia è impegnata in prima linea nel conflitto bellico. Gli alleati sono sbarcati in Sicilia, il Re fuggiva a Brindisi, Mussolini ormai caduto, tutto il paese era preda di terribili bombardamenti da parte delle forze alleate ed, oltre alle ingenti vittime civili, il patrimonio artistico e architettonico in forte pericolo. Questa villa venne ritenuta uno dei luoghi più sicuri della provincia pistoiese e qui vennero trasferite una ventina di opere degli Uffizi fra cui quadri del Rosso Fiorentino e di Filippo Lippi.
Con l’avanzare della guerra e la creazione della Linea Gotica voluta dal generale tedesco Albert Kesserling lungo il crinale dell’Appennino Tosco-Emiliano per rallentare l’avanzata delle truppe alleate la villa acquistò rilevanza strategica. Poco dopo che le opere d’arte furono nuovamente trasferite cadde in mano ai tedeschi abbandonata dalla famiglia Beretta che allora ne era proprietaria.
Quasi un secolo di abbandono
Tutta la zona fu invasa da bunker, mitragliatrici e punti d’osservazione e la Villa Bombardata di Santomato diventò un importante punto di comando per i nazisti. Per prima cosa fu fatta saltare la torre centrale per evitare di offrire punti di riferimento ma i bombardamenti a tappeto non riuscirono a salvarla. I tedeschi furono scacciati e, da allora, la villa è rimasta in stato di abbandono proprio come la possiamo vedere oggi.
Non è certo il luogo più turistico della Toscana ma questo piccolo scrigno di storia, circondato dal silenzio, racconta una delle pagine più buie ed importanti di questo paese. Quasi un secolo di abbandono ha permesso alla natura di riappropriarsi dei suoi spazi rendendo la villa inagibile in quasi tutti i punti ma ciò non toglie che il suo fascino sia senza tempo!
Come si arriva alla Villa Bombardata di Santomato
Arrivare alla Villa Bombardata di Santomato non è arduo ma difficilmente la si trova senza conoscere la strada. Ci sono diverse strade per farlo. La più semplice è sicuramente seguire la via che si inerpica fra le montagne dalla chiesa di Santomato.
Io ho preferito seguire il sentiero della Volpe che parte da Montale, paese in cui abito, e seguendo i segnali rossi e bianchi del CAI ho raggiunto a piedi la villa in circa un’ora e mezzo. Il percorso è tutto in lieve salita ma decisamente agibile e regala anche splendidi scorci sulla piana. Se siete fortunati potrete godere della vista di Pistoia, Prato e anche di Firenze. Buona camminata!
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