Orrido di Botri: il canyon toscano fra natura e leggende

L’escursione all’Orrido di Botri era una di quelle che avevo in progetto di fare da un sacco di tempo. Alla fine mi sono deciso ed in compagnia del mio fidato cugino Andrea siamo partiti alla volta di questo splendido canyon toscano.

L’Orrido di Botri si trova nei pressi di Bagni di Lucca a pochi chilometri proprio da Lucca, dal Ponte del Diavolo e dalla splendida Villa Reale di Marlia. Si tratta di una gola calcarea nata grazie all’erosione dell’acqua del fiume Rio Pelago che, scavando in profondità la roccia, ha creato un percorso fra i più suggestivi d’Italia. In alcuni tratti le pareti rocciose raggiungono anche i 200 metri di altezza, una visione davvero suggestiva!

ORRIDO DI BOTRI

Nel 1971 la zona, di quasi 200 ettari, è stata dichiarata Riserva Naturale ed è gestita dai Carabinieri che ne controllano e contingentano gli accessi. I microclimi che si incontrano durante il percorso hanno consentito lo sviluppo di un tipo di flora molto particolare per la zona e, sebbene non sia semplice avvistarle, un habitat perfetto per la nidificazione dell’aquila reale.

Organizzare l’escursione all’Orrido di Botri

Le visite all’Orrido di Botri partono tutte dalla località Ponte a Gaio, unico accesso al canyon e sede di un ristorante, del centro accoglienza e della biglietteria. E’ possibile effettuare l’escursione sia in autonomia che affidandosi a guide esperte. Ricordate però che, a cose normali, l’accesso all’Orrido è consentito solo da Maggio ad Ottobre. In caso di maltempo non sarà possibile accedervi.

Noi abbiamo optato per l’escursione guidata prenotando in anticipo sul sito ufficiale. In questo caso il costo è pari a 22 euro ed è comprensivo di guida, noleggio casco di protezione e ingresso alla Riserva.

Qualora voleste fare la visita in autonomia ricordatevi che è obbligatorio indossare un casco di protezione, che potete noleggiare al costo di 5 euro al ristorante prima del percorso, e pagare il biglietto d’ingresso pari a 2 euro.

acqua canyon toscano

E’ obbligatorio indossare anche scarpe da trekking e, mettetevelo subito in testa, impossibile non bagnarsi i piedi durante il tragitto. Il percorso completo da Ponte a Gaio fino al lago finale chiamato Piscina (al momento interdetto alle visite) dura circa 4 ore andata e ritorno. Molto dipende dal vostro passo e dalla vostra agilità. Il letto del fiume può diventare molto scivoloso ed il consiglio spassionato che vi diamo è quello di evitare i sassi più grandi ma cercare sempre appoggio su quelli più piccoli e stabili.

Impossibile non bagnarsi i piedi

Il percorso lo si può suddividere in due tratti ben distinti. La prima parte piuttosto semplice ma che già regala bellissimi scorci naturali. Ad un certo punto però, come per magia, ci si trova davanti a delle pareti altissime che ristringono il sentiero a pochi a metri di larghezza ed obbligano chiunque passi di lì a dover risalire il fiume che, in alcuni punti, arriva anche sopra le ginocchia. Questo tratto viene chiamato le Prigioni proprio per la sensazione quasi claustrofobica che regalano. L’acqua, manco a dirlo, è talmente limpida che a volte sembra non esserci. Solo quando immergerete il piede sentirete tutta la sua freschezza vi renderete conto di dove siete.

matteo orrido di botri

Si dice che Dante, il sommo poeta, si ispirò proprio a queste pareti stratificate per alcuni scenari dei gironi infernali della Divina Commedia.
D’altronde il diavolo è una presenza quasi fissa nelle leggende di queste zone. Vi abbiamo già parlato del Ponte del Diavolo poco distante ma un’altra affascinante leggenda riguarda proprio l’Orrido di Botri.

Il diavolo e la Madonna

Sembra infatti che questo canyon maestoso sia stato creato dalla coda infiammata del diavolo che, trovatosi al cospetto della Madonna, scappò a gambe levate lasciando questo solco che oggi attirà così tanti visitatori. Si dice anche che il cuore del diavolo si trovi nella pietra rossa spesso presente durante il percorso.

Tornando all’escursione una volta lasciate alle spalle le Prigioni, il sentiero si fa ancora più impegnativo e dovrete affidarvi non solo alle vostre gambe ma anche alle braccia per raggiungere l’attuale fine del percorso chiamato Salto dei Becchi.

salto dei becchi

A questo punto non resta che tornare indietro ma non fate sempre molta attenzione. Io sono cascato più volte al ritorno che all’andata tuttavia consapevole di aver fatto un’esperienza spettacolare!

La leggenda di Botri

Il nome di questo canyon non deriva da un luogo nelle vicinanze come nella maggior parte dei casi bensì da un pastore leggendario. Botri era un contadino storpio e inquietante e, per questo motivo, non era benvisto dalla gente del luogo.

Stanco di essere sempre scacciato decise di prendere il suo gregge di pecore e di trasferirsi sulla montagna dove si trova l’Orrido. Nel frattempo il paese venne colpito da una grave carestia e mentre i suoi ex compaesani morivano di fame le sue pecore pascolavano felici nella rigogliosa nuova casa.

orrido di botri

Gli abitanti del paese chiesero allora a Botri di poter far pascolare anche i loro greggi in questo paradiso ma il contadino, in tutta risposta, iniziò a far cadere su di loro sassi a volontà. Un giorno, però, scivolando Botri batte la testa su una roccia e perse la vita.

Si narra che, da quel giorno, chiunque voglia entrare nel canyon debba prima chiedere il permesso alla roccia dove Botri perse la vita per evitare di essere presi a sassate egli stesso. Un motivo in più per indossare il caschetto di protezione!

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