Dopo anni di attesa siamo riusciti a visitare il castello di Sammezzano a Reggello in provincia di Firenze. Una bellezza unica che rischia di essere cancellata per sempre.
Bastano poche foto per innamorarsi di questo castello che sorge poco fuori Firenze nel comune di Reggello. Non è un segreto che visitare il castello di Sammezzano sia sempre stato per noi, come per decine di migliaia di altre persone e affamati urbexer, un sogno da realizzare. Lo abbiamo inserito addirittura nella lista delle 100 cose da fare prima di morire e, dopo averlo visitato, non possiamo che confermarlo.
Prima di raccontarvi la sua storia vogliamo fare un preambolo. Il castello di Sammezzano è chiuso al pubblico da decine di anni. In passato venivano spesso organizzate visite al suo interno per poterne ammirare la bellezza ma, via via, le visite si sono fatte sempre più rade e, di conseguenza, le possibilità di visitarlo. Ogni volta che venivano aperte le prenotazioni i biglietti disponibili terminavano in meno di 3 minuti e la lista d’attesa era tremendamente lunga. Fortunatamente grazie alle giornate FAI di primavera è stato possibile tornare a visitare il castello di Sammezzano 5 anni dopo l’ultima volta e noi abbiamo avuto la fortuna di riuscire a prenotare i nostri posti in tempo e a godere, finalmente, di questa meraviglia.
Ma perché il castello di Sammezzano è così ambito? Parliamo un po’ di lui!
Siamo circa 30 km a sud di Firenze. Sulla cima di una collina dove un tempo sorgeva una tenuta di caccia ci quasi 200 ettari appartenuta ai Medici ed acquistata i primi anni del 1600 dalla ricca famiglia Ximenes D’Aragona. Fu costruita una villa che rimarcava i classici stili toscani e così rimase per oltre 2 secoli quando passò in eredità a Ferdinando Panciatichi nel 1853. Ed è qui che la storia di Sammezzano come la conosciamo noi ha inizio.
Ferdinando Panciatichi era un personaggio assolutamente fuori dal comune. Politico, architetto, ingegnere, botanico, scienziato, imprenditore nonché un fervente appassionato di arte e fotografia. Fu un fervente sostenitore dell’unità d’Italia ma, ben presto, si rese conto che il paese era in mano a individui loschi di entrambi i sessi. Deluso dalla vita politica si rintanò nel suo rifugio a Reggello e, per ben 40 anni progettò, disegnò e realizzò il suo sogno più onirico: il castello di Sammezzano. Mattoni, stucco, piastrelle, tutto fu realizzato direttamente in loco sotto l’occhio vigile di Ferdinando.
Sull’onda dello stile definito “Orientalismo” che in quegli anni imperversava in Europa l’idea di Ferdinando Panciatichi era quella di creare un’opera che rispecchiasse le atmosfere da Mille e una notte.
Un viaggio in Oriente senza muoversi da Firenze
Ed è così che le influenze moresche tipiche dell’Alahambra di Granada si incrociano con i colori dei più importanti edifici orientali come il Taj Mahal o alle moschee dell’Iran. E’ difficile spiegare a parole gli straordinari giochi di luce che ballano davanti ai nostri occhi. Visitare il castello di Sammezzano ed il suo piano nobile è come fare un viaggio nell’Oriente più sfrenato in un turbinio di psichedelia e colori policromi.
La cosa più assurda è che Ferdinando Panciatichi non aveva mai viaggiato in nessuno di questi luoghi ma grazie alla sua immaginazione eclettica è riuscito a ricrearli con una somiglianza incredibile.
Se le bellezza di queste sale riccamente decorate non sono da meno i messaggi subliminali o meno che il suo creatore ha voluto lasciare sparsi qua e là. Frasi di grandissimo effetto che rappresentavamo al meglio i sentimenti che provava verso sé stesso e gli altri.
“Mi vergogno a dirlo, ma è vero, l’Italia è in mano a ladri, meretrici e sensali, ma non di questo mi dolgo, ma del fatto che ce lo siamo meritato” in latino lascia poco spazio ad interpretazioni ma anche il “Non plus ultra” che campeggia nel salone d’attendenza. Andare avanti è impossibile, qui si raggiunge l’apice massimo dello splendore.
Merita una menzione anche il parco adiacente il castello con una varietà di sequoie importate direttamente dal Nord America. Fra esse spicca la “sequoia gemella” ovvero la seconda più alta d’Italia. La prima si trova poco distante sempre nel comune di Reggello!
Non è tutto ora quello che luccica
Alla morte di Ferdinando, nel 1897, il castello incompiuto passò in eredità alla sorella prima di diventare dal 1970 al 1990 un hotel e ristorante di lusso. Dopo il fallimento dell’azienda furono diverse le proprietà che si susseguirono ma il risultato fu sempre il solito: il castello cadde in stato di abbandono e le incurie del tempo iniziarono a compiere la loro strage.
Negli anni si sono svolte diverse aste per la vendita della struttura ma, puntualmente, ognuna di esse è andata deserta. Purtroppo, nonostante il grandissimo lavoro svolto da Save Sammezzano e dal Comitato Sammezzano F.P.X.A e il titolo di luogo del cuore FAI ottenuto del 2016, il castello presenta ancora danni strutturali piuttosto gravi che, se non corretti velocemente, potrebbero comprometterne per sempre la stabilità.
Come visitare il castello di Sammezzano
Sappiamo che questa è la domanda che tutti si pongono più spesso ed il fatto è che, per i problemi descritti in precedenza, è pressoché impossibile stabilire quando avverrà la prossima apertura. E’ triste dirlo ma, visto lo stato in cui versa, potrebbe anche non essere riaperto mai più e questo sarebbe una sconfitta per tutti quanti.
La cosa che vi consigliamo di fare, comunque, è tenere sempre d’occhio i canali ufficiali e magari le iniziative del Fondo Ambiente Italiano. Di una cosa siam certi: se dovessero fare nuove aperture dovrete essere velocissimi a candidarvi!
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