Racchiusi come un tesoro nell’abbraccio dei colli trevigiani sorgono alcuni paesini davvero suggestivi. Abbiamo deciso di dedicare una giornata del nostro tour #trevisando alla scoperta dei borghi di Possagno e Asolo.
Legato indissolubilmente alla figura di Antonio Canova, massimo esponente del Neoclassicismo, Possagno si sviluppa su un crinale del Monte Grappa. Parcheggiamo la nostra auto nei pressi del Tempio Canoviano che, dall’alto dei suoi 350 metri sopra il livello del mare, domina il paese e tutta la vallata circostante. Progettato dal Canova, il tempio ha uno stile architettonico tipicamente neoclassico, ispirato alle forme del Pantheon di Roma. La facciata invece, con le sue colonne doriche, richiama il Partenone di Atene. L’artista morì prima di veder completata la sua opera nel 1822. Soltanto 10 anni dopo, Giovanni Battista Sartori, riuscì a portare a termine i lavori ed a donare alla città questa imponente opera d’arte.
Piccola curiosità: il Canova dedicò tutti i suoi averi alla costruzione del tempio chiedendo agli abitanti del paese solamente di fornirgli materie prime quali massi, calce e sabbione. I Possagnesi reagirono con entusiasmo proponendo di lavorare gratis la sera ed i giorni di festa.
Percorriamo il grande viale in discesa, lasciandoci alle spalle il tempio, per arrivare al centro del paese dove sorge la casa natale del Canova oggi adibita, insieme alla Gipsoteca, a museo. Qui sono custoditi modelli in marmo, bozzetti in terracotta ma anche disegni, dipinti e documenti che ripercorrono la vita dell’artista neoclassico. Il biglietto di ingresso è piuttosto caro (10 euro, ndr) ed all’interno non è permesso scattare fotografie. Tuttavia credeteci se vi diciamo che questo è uno dei musei più belli e completi che abbiamo mai visitato. Vi lasciamo immaginare un lungo corridoio bianco ai cui lati giacciono splendide opere in gesso ispirate alla mitologia greca e romana. Siamo rimasti a bocca aperta!
Terminato il nostro giro per Possagno torniamo in “sella” alla nostra auto e proseguiamo per il borgo di Asolo. Lungo la strada ci fermiamo ad ammirare Villa Barbaro a Moser, opera Palladiana patrimonio Unesco che fa il paio con quelle che abbiamo visitato a Vicenza. Sfortunatamente la villa è chiusa e ci limitiamo a contemplare le perfette simmetrie che contraddistinguono le opere di Andrea Palladio da fuori.
Pochi chilometri ed arriviamo ad Asolo. Lasciamo l’auto in un grande parcheggio gratuito poco distante il paese e ci incamminiamo a piedi verso il centro storico. Ad accompagnarci nella salita tante targhette affisse sull’asfalto che ci raccontano aneddoti su personalità collegate in qualche modo a questo paesino veneto.
Entriamo in città attraverso Porta Loreggia e proseguiamo la camminata verso il centro storico sotto i portici di via Browing. Uno dopo l’altro si susseguono negozi di prodotti alimentari tipici, antiquariato, bigiotteria. Sembra proprio di essere tornati indietro di duecento anni!
Affacciati su piazza Garibaldi, centro del paese, sorgono due degli edifici più importanti, il primo è l’imponente cattedrale di Santa Maria Assunta e il secondo, con i suoi muri finemente affrescati, il Palazzo del Capitanio, oggi sede del Museo Civico e dell’archivio storico.
Decidiamo di mettere da parte l’itinerario stilato in precedenza e di perderci un po’ fra i caratteristici vicoli del borgo. Casualmente ci imbattiamo in una suggestiva casa dai muri rossi che scopriamo essere stata la residenza di Eleonora Duse, attrice teatrale del ’90 fortemente legata a questa città.
Giungiamo praticamente senza accorgercene al castello di Asolo, residenza di Caterina Cornaro, regina di Cipro, che nel XVI secolo abdicò in favore della Serenissima e qui trascorse i suoi ultimi giorni di vita.
Dobbiamo ammettere che del grande splendore che doveva contraddistinguere il castello nei suoi anni d’oro è rimasto ben poco. Da qui riusciamo comunque a godere di un panorama veramente spettacolare sulla vallata che si espande ai piedi dei colli trevigiani.
Torniamo in piazza Garibaldi, centro della città, da dove ci incamminiamo per una salita che ci porterà alla Rocca. Il percorso è piuttosto irto, vi consigliamo delle scarpe comode, ma la fatica viene ripagata dai paesaggi che ogni passo vi regala. Non per nulla Giosuè Carducci definiva Asolo: “la città dei 100 orizzonti“.
L’ingresso alla Rocca non è, momentaneamente, consentito per alcuni lavori di restauro e quindi, dopo una breve sosta, torniamo sui nostri passi e concludiamo la nostra giornata con un bel bicchiere di vin brulè.
Per noi, amanti dei borghi, è stato davvero piacevole scoprire due autentici gioielli come Possagno ed Asolo. La marca trevigiana è proprio uno scrigno pieno di tesori!
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