Vicenza – un confetto a tinte turchesi

Una giornata a Vicenza fra arte e cultura sulle orme del Palladio

Se dovessimo fare un esempio diremmo, con le dovute proporzioni, che Vicenza sta a Palladio come Barcellona sta a Gaudì. Ed è proprio intorno alle opere dell’architetto veneto, grazie alla quali la città ha ricevuto anche il riconoscimento UNESCO, che abbiamo sviluppato il nostro itinerario.

Il centro storico di Vicenza non è molto grande ma, nonostante sia facilmente visitabile in una giornata, presenta moltissimi capolavori degni di nota.

Troviamo posto per l’auto in via Cairoli, proprio davanti alle mura della città, il parcheggio costa circa un euro l’ora ma fortunatamente è gratis nei giorni festivi.

Giusto il tempo di fare due passi e già ci siamo imbattuti nella Chiesa di San Lorenzo – eretta nel XIII secolo è uno dei luoghi di culto più antichi di Vicenza – e nel Palazzo Valmarana Braga, uno dei 23 monumenti della città inseriti fra i patrimoni UNESCO, e sfortunatamente visitabile solo su prenotazione.

Proseguiamo su Corso Palladio e girato un angolo arriviamo in piazza dei Signori dove oltre ad un carino mercatino di prodotti francesi si ergono maestose ed imponenti la basilica Palladiana e la sua torre Bissara, alta ben 82 metri.

 Basilica Palladiana

Il nome, manco a dirlo, è dovuto all’architetto Andrea Palladio che fra il XV e il XVI secolo ricevette l’incarico di ristrutturare l’allora palazzo della Ragione trasformandolo in quello che ancora oggi è una delle massime espressioni del rinascimento veneto nonché simbolo della città.

Torniamo su Corso Palladio che percorriamo fino a giungere in piazza Matteotti.
Alla nostra destra troviamo il palazzo Chiericati, non stiamo nemmeno a dirvi l’architetto, patrimonio UNESCO e oggi sede del museo e della pinacoteca civica contenente dipinti, statue ed opere di arte veneta antica e moderna.

Palazzo Chiricati

Alla nostra sinistra invece si trova quella che, secondo noi, è la vera chicca della città di Vicenza: il teatro Olimpico.

Opera ultima di Andrea Palladio, il teatro è costruito interamente in legno e stucco ed è ispirato ai teatri classici greci. La scenografia rappresenta le sette vie di Tebe che si intravedono grazie ad un intricato gioco di prospettive.
Il biglietto per visitare il teatro è piuttosto caro (11 euro, agg. 2016) ma gli interni ci hanno lasciato davvero senza parole. Stupendo.

Con gli occhi ancora colmi di questa meraviglia torniamo verso la macchina non prima di una sosta in piazza del Castello – dove sorge un imponente torrione, unico ricordo del castello scaligero – e ai giardini Salvi, oasi di pace dove ammiriamo la splendida Loggia Valmarana.

torrione del castello Scaligero
Loggia Valmarana

Prossima tappa è il santuario di monte Berico, situato su una piccola collinetta, è possibile raggiungerlo sia via auto, come abbiamo fatto noi, oppure seguendo la via che parte dall’arco delle scalette e che arriva fino in cima.

Il santuario è il frutto dell’integrazione di due chiese, la prima con elementi gotici e la seconda tipicamente barocchi. Leggenda vuole che la nascita di questo luogo di culto sia dovuta all’apparizione della Madonna ad una contadina nel ‘400, alla quale fu chiesto che venisse eretta una chiesa in suo onore al fine di arginare la peste che devastava il paese. Le cronache locali raccontano che dopo la costruzione della chiesa l’epidemia subì un brusco rallentamento.

Santuario di monte Berico

Al nostro arrivo era in corso una funzione religiosa e per rispetto abbiamo deciso di non scattare fotografie ma siamo riusciti comunque ad ammirare il magnifico organo a canne, l’altare con la statua della Madonna e i numerosi dipinti che ornano gli sfarzosi interni.

Torniamo all’aperto e ci concediamo qualche minuto ad ammirare il panorama di Vicenza che, nonostante la giornata nuvolosa, è davvero stupefacente.

Il nostro tour si conclude con la visita a quella che viene considerata la villa Palladiana per eccellenza, stiamo parlando di villa La Rotonda (conosciuta anche come Villa Almerico Capra). Fu commissionata alla fine del ‘500 al Palladio da parte del Cardinale Paolo Almerico che ne voleva fare un luogo prestigioso di rappresentanza e di studio. Inutile dire che l’architetto riuscì, con la sua genialità, a fondere insieme le richieste del cardinale e il suo concetto personale di bellezza classica.

Approfittando di un sentiero acciottolato raggiungiamo anche Villa Valmarana ai Nani, soprannominata così dalle statue che ornano il viale di ingresso. Sfortunatamente ci viene negato l’accesso a causa di un evento privato, dovete sapere che questa villa è, nonostante sia aperta al pubblico sei giorni su sette, abitata dalla nobile famiglia dei Valmarana.
Dobbiamo rinunciare ai celebri affreschi di Tiepolo, sarà per un’altra volta…

Gira una leggenda secondo la quale la figlia del signore della villa fosse affetta da nanismo e che, per non far conoscere alla ragazza il proprio “difetto” fisico, la servitù fosse composta esclusivamente da nani.
Tutto filò liscio fino a quando un principe si presentò alla villa e la figlia, resasi conto della sua situazione, si tolse la vita in preda alla disperazione.

Avremmo voluto continuare a scoprire le perle Palladiane all’infinito ma purtroppo il giorno stava volgendo al termine e la stanchezza cominciava a farsi sentire. Rientriamo in albergo consapevoli di aver visitato una città estremamente sottovalutata per tutta l’arte e la cultura che ha da offrire. Cosa aggiungere?

Se avete in programma un viaggio in Veneto concedetevi assolutamente una giornata a Vicenza, non ve ne pentirete!