Il nostro viaggio a Tokyo è giunto ormai alla fine. Dopo aver visitato alcuni fra i luoghi più tradizionali del paese siamo pronti ad immergerci nella follia ultra-moderna della capitale!
Tutte le cose belle prima o poi finiscono e, purtroppo, anche il nostro viaggio a Tokyo ed in Giappone è ormai giunto a termine. Abbiamo visto tantissime cose in questi 10 giorni nel paese del Sol Levante. Prima i templi di Kyoto, poi il caos ordinato di Osaka prima di arrivare a Tokyo dove nella prima parte del nostro viaggio abbiamo visitato alcune zone più tradizionali lasciandoci per ultimo i quartieri più frenetici.
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Day Four
Il penultimo giorno del viaggio a Tokyo lo iniziamo dal quartiere di Harajuku. E’ un quartiere alla moda frequantato soprattutto da giovani estremamente appariscenti. In particolari giorni della settimana non è unusuale incotrare anche un cospicuo numero di cosplayer.
Harajuku: la mecca dei giovani giapponesi
Siamo proprio a due passi da Shinjuku ed, infatti, prendendo la linea verde circolare Yamanote Line arriviamo in pochi minuti ad Harajuku. Appena usciti dalla stazione ci troviamo all’ingresso della coloratissima Takeshita Dori. Questa è la via principale del quartiere e qui si affacciano locali, ristoranti, chioschi di fast food ed i più disparati negozi realizzati per far felici tutti i giovani giapponesi. Qui tutto è colorato e kawaii, che può essere tradotto come un “tenero” quando ci si riferisce ad un cucciolo.
Anche il cibo in vendita rispetta questa logica quindi ecco negozi di bevande dai colori sgargianti, montagne di zucchero filato colorato e crepes farcitissime e bellissime, almeno alla vista. Infatti se da un lato tutto è molto attraente il gusto, in realtà, non è nulla di così sgargiante. Almeno per quanto riguarda le crepes. Diciamoci la verità, ai giovani giapponesi interessa molto più l’apparenza rispetto alla sostanza.
La via è, come sempre, affollatissima di giapponesi e turisti che prendono d’assalto i suoi negozi. E come dargli torto, anche a noi sono bastati pochi minuti per essere contagiati dall’assurdità di questo quartiere. Iniziamo quindi ad esplorare tutti i negozi che ci ispirano finendo in un vortice di costumi da cosplay, tutù colorati e abiti vittoriani in voga per la moda gothic lolita che spopola fra le ragazze.
Harajuku è l’ideale anche per acquistare i souvenir più curiosi e stravaganti. Oltre ai classici Daiso con prodotti a 100 yen ed al Don Quixote facciamo un salto anche all’Oriental Bazar dove facciamo letteralmente incetta di souvenir. Vi consigliamo, oltre alla Takeshita Dori, di immergervi nelle vie adiacenti per scovare negozi ancora più accattivanti.
Ma Harajuku quartiere non è solo questo. A due passi dalla via commerciale sorge il parco Yoyogi. Un grandissimo polmone verde in cui riposare dal trambusto di Harajuku. Adiacente al parco sorge anche il santuario Meiji, visitato ogni giorno da migliaia di turisti.
Shibuya: un quartiere movimentato
Dopo un paio di ore, volate via fra i colori di Harajuku, ci dirigiamo verso Shibuya. Avremmo potuto prendere la metro ma decidiamo, vista la vicinanza dei due quartieri, di raggiungerla a piedi.
Lungo la strada ci fermiamo a pranzare in un ristorantino dal nome Tendon Tenya. Un locale a prima vista anonimo ma in cui abbiamo gustato due ottimi tendon, dei gamberi in tempura serviti in una ciotola con riso e uovo, ad un prezzo irrisorio.
Shibuya ci accoglie con una pioggia battente che ci costringe ad infilarci subito in uno dei suoi tanti negozi a più piani. Sfortuna ha voluto che quello più vicino a noi fosse lo Shibuya 109. Un palazzo di 10 piani con negozi solo ed esclusivamente per donne. Io non sapevo dove battere il capo, Ambra dal canto suo ne era molto felice!
Shibuya 109: 10 piani tutti al femminile!
Per la cronaca esiste anche il 109 Men ma i 10 piani di questo mi avevano tolto ogni velleità. Non appena la pioggia termina ci riversiamo in strada ed assistiamo, prendendone parte, alla marcia lungo l’incrocio più trafficato al mondo. Cinque strade che convergono verso un punto centrale che, ad ogni semaforo verde, viene percorso da quasi un migliaio di persone. Incredibile.
Hachiko: storia di lealtà
Tutti conoscete la storia di Hachiko. Il cane di razza Akita che restò per anni ad aspettare alla stazione di Shibuya il suo padrone senza sapere che era deceduto. Questo esempio di lealtà è molto caro ai giapponesi e proprio nei pressi della fermata si trova la statua che celebra questo fedele animale a quattro zampe.
A Shibuya non ci sono attrazioni particolari da vedere ma, essendo un posto pullulante di vita, tutto ciò che c’è da fare è vagare per il quartiere ammirando le stranezze di un popolo dalle mille contraddizioni. Sotto le insegne luminose sorgono i negozi più disparati nel quale potete trovare qualunque cosa stiate cercando.
Questo quartiere è famoso anche per la fitta presenza di Love Hotel. Una sorta di hotel a ore in cui i giapponesi si rifugiano per qualche momento di intimità. La differenza sostanziale con i classici hotel a ore è che le stanze dei Love Hotel sono sempre arredate nei modi più assurdi. Ci sono stanze a tema giungla, a tema navicella spaziale o con altre scenografie sorprendenti. Sicuramente il luogo ideale per dare sfogo alle peggiori, o migliori, fantasie.
Dove ammirare l’incrocio di Shibuya dall’alto
Dopo aver accarezzato per qualche secondo l’idea di provarne uno torniamo verso la stazione di Shibuya dove saliamo fino all’ottavo piano del Magnet. Un palazzone pieno di negozi e ristoranti da dove, al costo di 300 yen, si può ammirare lo spettacolo dell’incrocio di Shibuya dall’alto!
Prima di rientrare in hotel incontriamo un mio carissimo amico che lavora e vive a Tokyo da anni. Insieme a lui abbiamo quindi vissuto la vivace nightlife di questo quartiere e fra birra e sakè ci siamo divertiti moltissimo conoscendo anche un lato davvero sorprendente dei giapponesi. A volte l’alcool fa dei veri e propri miracoli!
Last day: la fine del viaggio a Tokyo
Purtroppo ci siamo. Il nostro viaggio a Tokyo è giunto così all’ultimo giorno. Con un pizzico di tristezza ci dirigiamo prima al combini per la classica colazione di rito e poi alla stazione di Shinjuku dove prendiamo la Yamanote Like fino a Shimbashi. Da qui prendiamo la monorotaia sopraelevata Yurikamome ed in poco tempo arriviamo ad Odaiba.
Odaiba: isola artificiale nella baia di Tokyo
Odaiba è un’isola artificiale realizzata sopra quella che era, in passato, un enorme chiatta di rifiuti. Questa zona è stata completamente rivalutata e può essere considerata come un enorme centro commerciale.
Probabilmente detta così non farà gola ai più tradizionalisti ma dobbiamo ammettere che questo quartiere ci è piaciuto moltissimo. L’edificio che più di tutti ha colpito la nostra attenzione è il Fuji TV Building che, oltre ad essere la sede del canale giapponese, è zeppo di negozi e per l’occasione ospitava una mostra dedicata al ventennale dell’anime e manga One Piece. I giapponesi ne vanno pazzi!
Altri edifici che ci sono piaciuti molto sono il Venus Fort ed il Diver City Tokyo Plaza. Il primo è davvero caratteristico perché rappresenta come l’Italia appare agli occhi dei giapponesi mentre il secondo è un must-see di ogni viaggio a Tokyo per la statua a grandezza naturale del Gundam.
Quasi senza accorgercene abbiamo trascorso più di 4 ore a zonzo per Odaiba, mangiando degli ottimi spaghetti con frutti di mare sulla piastra, e quasi non credevamo ai nostri occhi quando ci siamo trovanti davanti alla Statua della Libertà. Ok che il nostro senso dell’orientamento lascia un po’ a desiderare ma arrivare da Tokyo a New York non è mica così semplice.
A parte gli scherzi non stavamo sognando. Ad Odaiba si trova una riproduzione della più famosa attrazione statunitense e, sebbene le dimensioni siano ridotte, la posizione con il Rainbow Bridge alle spalle è davvero suggestiva!
Ultimo saluto nel quartiere di Ueno
Visitare Odaiba ci ha portato più tempo del previsto ed arriviamo a Ueno, ultima tappa del nostro viaggio in Giappone, che il sole stava già tramontando. Questo non ci ha negato il piacere di camminare per il bellissimo parco di questo quartiere fino ad arrivare al suo lago incantato.
Un enorme specchio d’acqua ricoperto completamente da fiori di loto. Non osiamo nemmeno immaginare come deve apparire questo luogo quando tutti queste piante sono completamente in fiore.
Abbracciati abbiamo goduto di questo ultimo tramonto cercando di trattenere le lacrime. Il rosso del cielo sembrava quasi volerci salutare prima del nostro rientro.
La sera l’abbiamo trascorsa poi a Shinjuku a giro per negozi alla ricerca degli ultimi souvenir. Un consiglio: non dite ai vostri amici che state per partire per il Giappone perché vi ritroverete sommersi dalle richieste di regali!
Il viaggio a Tokyo si conclude così. Il giorno dopo ci svegliamo piuttosto presto per arrivare in orario all’aeroporto ad espletare le operazioni di check-in ed imbarco. Il Giappone non poteva salutarci senza l’ultimo botto. L’aereo della All Nippon Airways che ci avrebbe riportato a casa era ispirato a Star Wars con tanto di aerografia esterna ed interna. Un modo carino per indorarci la triste pillola del rientro.
Giappone torneremo presto. E’ una promessa!
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