Lo spettacolo delle Balze del Valdarno sul sentiero dell’acqua zolfina.
Ricordate quando andammo in Maremma e percorremmo le vie Cave? Quelle strade scavate nel tufo dagli etruschi migliaia di anni fa e che paragonammo un po’ al Grand Canyon? Ebbene non è l’unico posto in Toscana che riporta alla mente i celebri paesaggi statunitensi.
Le Balze del Valdarno sono una realtà quasi unica della regione.
Un tempo, milioni di anni fa, questa zona a metà strada fra Firenze ed Arezzo era completamente ricoperta di acqua. Il progressivo prosciugamento del lago rese possibile la stratificazione di questi particolari “spunzoni” composti da sabbia, argilla, terra e ghiaia. Gli agenti atmosferici hanno fatto il resto modellando e levigando queste Balze, come vengono chiamate qui, realizzando questo spettacolare paesaggio.
Il territorio delle Balze si estende per oltre 3000 ettari dalle pendici del Casentino fino alle porte del Chianti.
Come raggiungere le Balze
Se avete a disposizione un’auto non avrete assolutamente nessun problema a raggiungere le Balze del Valdarno. Dovrete prendere l’uscita autostradale Valdarno e guidare per qualche chilometro verso il centro di Castelfranco di Sopra. Proprio nella zona industriale, poco prima di un grandissimo discount di oggettistica, vedrete una stradina sterrata sulla destra. Vi basterà imboccare quella via, tranquilli è ben battuta, e dopo pochi minuti potrete già godere di un’ottima vista delle Balze. In ogni caso, se avete un navigatore od uno smartphone, noi abbiamo trovato senza problemi la destinazione semplicemente scrivendo “Balze del Valdarno” su Maps.
Per i più intrepidi, al termine della strada sterrata, ha inizio un percorso ad anello corrispondente al sentiero CAI n.51 e chiamato “Percorso dell’acqua zolfina”, che circumnaviga le nostre balze e regala scorci unici. La lunghezza completa è di circa 7 chilometri ed è tranquillamente fattibile in meno di due ore.
Il selfie de La Gioconda
Questo paesaggio non ha colpito solo noi. Anche il grande Leonardo da Vinci, l’uomo più geniale mai esistito, rimase estremamente affascinato dalla particolarità di questi luoghi tanto da utilizzarli come sfondo sia per La Gioconda, sia per altre opere meno conosciute.
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