Il giorno in cui ho capito di essere un viaggiatore

Ricordo ancora l’ansia prima del decollo. Le turbine che giravano e l’aereo che velocemente si staccava da terra. In quel momento ho capito che avrei voluto essere un viaggiatore.

Viaggiare. Una parola semplice ma che si porta dietro un sacco di significati. Al giorno d’oggi è molto più facile, rispetto ad una volta, prendere e partire. Ci sono molti strumenti per scovare voli economici, come ad esempio la ricerca tariffe di momondo, e fare una vacanza senza svenarsi è alla portata di tutti. La nota azienda di prenotazione online di cui sono diventato ambasciatore mi ha chiesto di raccontare il momento in cui ho capito di essere un viaggiatore. Questa richiesta mi ha quindi ispirato a scrivere questo articolo in modo da raccontarvi un lato di me che non tutti conoscono.

essere un viaggiatore marocco
Marocco

Credo che la mia passione per le esplorazioni sia iniziata da piccolo. La mia non è mai stata una famiglia particolarmente ricca e mentre tutti i miei amici si infognavano con i videogames io leggevo libri. Ne leggevo tantissimi ed in continuazione. Di tutti i tipi ma, allora, i miei preferiti erano i fantasy. Non perché adorassi draghi e cavalieri ma perché ero sempre affascinato dalle ambientazioni.

Ogni volta che andavo a fare delle passeggiate, magari nei boschi, mi immaginavo sempre le storie che avrei potuto ambientarci.

Le vacanze, poi, non avevano niente a che fare con quelle che faccio adesso. Per i miei genitori il mese di agosto equivaleva al mare e i risparmi accumulati durante l’anno servivano per qualche giorno in località marittime come Riccione, Viareggio e, quando si sentivano particolarmente avventurieri, a Palinuro in Campania.

Non posso negare che mi piacesse fare quelle vacanze. Figuratevi, ero piccolo ed il mare era il parco giochi migliore che esistesse. Tuttavia restare tutto il giorno in spiaggia a fare la lucertola mi ha sempre annoiato ed infatti insistevo sempre per fare lunghissime camminate, a volte anche di 4-5 ore, lungo la battigia.

Vennero tempi bui e le vacanze duravano sempre meno fino a quando, per qualche anno, non ci muovevamo proprio da casa. In quei giorni, quando tutti gli amici erano in ferie, non potevo far altro che rifugiarmi nei miei amati libri e sognare mondi lontani.

Nel 2008 cambiò tutto…

Cambiò tutto nell’estate nel 2008. Avevo 17 anni ed insieme a due carissimi amici progettavamo un viaggio in Croazia. I miei non potevano permettersi di pagarmi il viaggio ma non mi arresi. Iniziai a cercare lavoro per i mesi di Giugno e Luglio trovandolo in un’officina meccanica della zona. Ero inesperto ma mi impegnai duramente, raccimolai qualche soldo e riuscii a pagarmi l’agognato viaggio.

Fu una vera e propria odissea. Quattro ore di treno per raggiungere Ancona da dove avremmo preso il traghetto per Spalato. Da lì altre 3 ore di bus per raggiungere la cittadina di Primosten. Non avevamo programmato nulla. Eravamo in 3, zaino e tenda. Trovammo posto in un campeggio e fu la vacanza più bella che avessi fatto fino ad allora.

Mentre camminavo sotto il sole cocente con un pesantissimo zaino in spalla e senza meta iniziai a capire che volevo essere un viaggiatore. Volevo esplorare il mondo e volevo farlo solo e soltanto con le mie forze.

Nel 2010 il battesimo dell’aria

L’apice della consapevolezza arrivò soltanto due anni dopo. Ormai diplomato, avevo trovato un buon lavoro come impiegato in un’azienda locale. Si prospettava un’altra estate a casa quando il mio migliore amico fu mollato dalla sua ragazza poco prima di partire per Dublino.

Il viaggio era ormai pagato e lui mi fece la proposta indecente di andare insieme a lui. Io ero felicissimo, forse lui un po’ meno, ma fatto sta che di lì a poco avrei preso alla soglia dei 20 anni il mio primo aereo. Fu un’esperienza che mi porterò dentro per sempre.

Ricordo l’ansia prima del decollo. Masticavo chewingum come se non ci fosse un domani. Poi sentii il rumore delle turbine che iniziavano a girare e la potenza dell’aeromobile che, velocemente, si staccava da terra.

Ero estasiato.

Ce l’avevo fatta. Stavo volando. Ero in mezzo alle nuvole. Ero felice.

In quel momento ero sicuro: volevo essere un viaggiatore!

Da allora questa mia malattia non mi ha mai abbandonato e l’unico modo per tenerla a bada è assecondarla quante più volte possibile. Ho visitato tantissimi paesi, anche se mai quanto vorrei, e già sogno di nuovo di librarmi in cielo pronto ad esplorare nuovi orizzonti.

Questa passione mi ha anche portato ad aprire questo blog da ormai quasi 5 anni. Un blog fatto di passione, di rabbia ma anche di tante, tante soddisfazioni regalateci da voi che ci leggete.

Mi auguro di non avervi annoiato con questa specie di monologo ma, adesso, potete dire di conoscere una nuova parte di me!

#admomondo #owtravelers

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