Proseguendo il mio percorso alla scoperta della zona che si trova fra Pisa e Firenze chiamata Valdera non potevo non visitare Lari.
Questo piccolo borgo sorge a pochi chilometri da Ghizzano e Peccioli delle quali vi avevo parlato negli articoli precedenti. Siamo sulle colline pisane nel comune sparso di Casciana Terme Lari e la prima cosa che salta all’occhio è l’imponente castello che sorge proprio nel centro del paese.
In Valdera per visitare Lari: borgo toscano dalle mille sfaccettature gastronomiche e del celebre ed imponente Castello dei Vicari
L’accesso al borgo avviene tramite una delle tre antiche porte facenti parte della cinta muraria medievale. La più antica è la porta Fiorentina, risalente al 400 d.C., seguita dalla porta Volterranea costruita nel 1400 e dotata fino a pochi secoli fa di un ponte levatoio e della porta Maremmana, composta da due ingressi e che avrebbe condotto eventuali nemici a combattere in uno spazio stretto ed angusto.
Il centro storico di Lari è davvero minuto ed è per questo occorre visitarlo lentamente. Solo in questo modo si riesce ad assaporare appieno la bontà del classico borgo medievale.
Camminando fra stradine acciottolate e casette in pietra può capitare di imbattersi in edifici storici quasi senza farci caso. E’ il caso delle Logge del Mercato, costruite da Cosimo I de Medici nel 1565, oppure della Chiesa di Santa Maria Assunta e Leonardo.
Ed è giunto il momento di visitare il Castello di Lari meglio conosciuto come Castello dei Vicari.
Questa imponente struttura è separata dalle abitazioni da una doppia cinta muraria. Un sistema difensivo quasi inespugnabile del quale abbiamo testimonianza dal 1503 grazie ai disegni di Leonardo Da Vinci delle colline pisane oggi esposti al castello di Windsor in Inghilterra.
In realtà le origini del castello dei Vicari sembrano risalire addirittura al 1045 quando i vescovi di Lucca affidarono il controllo della zona alla famiglia pisana degli Ubezzini. E’ facilmente comprensibile quanto avere un posto di controllo su questa collina fosse di primaria importanza in un’epoca in cui le invasioni erano all’ordine del giorno.
Basta volgere lo sguardo sulle colline pisane infatti per avere una vista sconfinata sui territori circostanti e prevenire così in tempo ogni eventuale attacco nemico. Tuttavia nulla poterono i pisani quando nel 1405 Firenze inflisse a Pisa una sonora sconfitta e fece del castello sede del Vicariato.
Chi era il Vicario?
Il Vicario era la persona scelta fra la nobiltà fiorentina che aveva l’onore e l’onere di amministrare la giustizia. Fra i suoi compiti inoltre c’era quello di formare l’esercito, riscuotere le tasse e sbattere in prigione ed eventualmente giustiziare chi infrangeva la legge.
Al castello si accede tramite una scalinata che conduce ad un ampio cortile . Sui muri del palazzo svettano i 92 stemmi delle famiglie dei Vicari che si sono succedute negli anni. L’etichetta cavalleresca prevedeva che fosse lo stesso Vicario ad apporre lo stemma della sua famiglia al termine del suo incarico con tanto di anno e firma. Per la cronaca gli stemmi avrebbero dovuti essere più di 600 ma non tutti prendevano parte a questa tradizione. I più attenti potranno notare, però, gli stemmi della famiglia Medici e dei Della Robbia.
L’interno del castello è ancora più interessante del previsto. Oltre ai cimeli medievali di ordinaria amministrazione sono infatti presenti oggetti e ricostruzioni delle scene di tortura che avvenivavano in queste sale.
Per informazioni ed orari per visitare il castello vi rimando al link ufficiale.
Il processo alla strega Gostanza
Celebre è la storia della strega Gostanza. Nel 1594, in piena Inquisizione, tal Gostanza venne accusata di stregoneria e altre malefatte mefistofeliche. La poveraccia venne appesa per le braccia e confessò immediatamente ogni accusa a suo carico. Tuttavia l’inquisitore Dionigi da Costacciaro non fu convinto dalle dichiarazioni della donna perché ai suoi orecchi suonavano troppo steorotipate.
L’interrogatorio continuò fra i due in una cella privata dove lei confessò di essersi inventata tutto solo per sfuggire al tormento della corda. L’imputata venne quindi liberata con l’obbligo di allontanarsi, però, dal paese di Lari.
E il fantasma di giovanni Princio
Come ogni castello che si rispetti anche quello di Lari ha il suo bel fantasma. Si tratta di quello di Giovanni Princio, detto Rosso della Paola per il suo orientamento politico piuttosto di sinistra. Siamo nel 1922 ed in pieno regime fascista Giovanni viene fatto prigioniero e interrogato nelle carceri del castello. Il mattino del 16 dicembre il suo corpo viene trovato impiccato all’interno della sua cella. Voci però affermano che fu tutta una messainscena per coprirne l’uccisione da parte dei fascisti durante le torture.
Da allora la notte fra il 15 ed il 16 dicembre di ogni anno sembra che la sua anima vaghi per le fredde stanze del castello.
Visitare Lari: bontà gastronomiche
Visitare Lari non è solo celle e torture ma anche un bellissimo viaggio enogastronomico fra le specialità locali. Come non citare le celebri ciliegie, di cui qui ne esistono ben 19 tipologie e che ogni anno sono protagoniste di una bellissima sagra, oppure i salumi come quelli della Macelleria Ceccotti.
Inoltre alla Macelleria Davide Balestri è possibile acquistare, e assaggiare, il salame alla ciliegie. Unico posto al mondo in cui potete farlo!
Merita più che una menzione anche il pastificio Martelli. Dal 1962 questo pastificio produce una pasta di semola di grano duro italiano 100% artigianale trafilata al bronzo. Quello che la contraddistingue dalle altre è una lavorazione lenta e a basse temperature. Il risultato è davvero un qualcosa di squisito, assaggiare per credere.
Da segnalare che vengono realizzati solo 5 tipi di pasta: gli spaghetti, gli spaghettini, i maccheroni, i fusilli e le penne. Tutti rigorosamente lisci perché, grazie alla lavorazione, non occorrono striature per trattenere il sugo.
Potete acquistare la pasta Martelli direttamente al negozio originale oppure nelle altre botteghe della città.
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