A destra 40 chilometri per Firenze. A sinistra 40 chilometri per Pisa. Dove siamo? Ma a San Miniato naturalmente, il piccolo borgo toscano conosciuto in tutto il mondo per il celebre tartufo delle sue colline. Qui ogni anno va in scena una delle più importanti mostre dedicate al tartufo d’Italia e dopo la visita dello scorso anno ci eravamo promessi di tornare per visitarla con più calma. Per questo motivo quando i nostri amici Sara e Stefano di Discover San Miniato ci hanno invitato, insieme ad altri blogger toscani, per trascorrere un giorno a San Miniato non abbiamo esitato un attimo a confermare.
Un giorno a San Miniato: a caccia di tartufi
La nostra avventura è iniziata non appena fatta conoscenza con Massimo di Truffle in Tuscany, il nostro personalissimo tartufaio. Lui, insieme alla fidata cagnolina Stella, ci avrebbero accompagnato per i boschi sanminiatesi per mostrarci come avviene la ricerca del tartufo.
Addentrandoci nel bosco ancora bagnato dalla pioggia dei giorni precedenti il profumo delle foglie bagnate ci riempie le narici. Una sensazione bellissima, questo è l’autunno che ci piace. Nel verde estivo che ancora non ha lasciato spazio ai caldi colori di ottobre seguiamo Massimo e Stella che, nel frattempo, ci svelano tantissimi segreti riguardanti il prezioso fungo.
Quella di San Miniato è, insieme ad Alba in Piemonte ed Acqualagna nelle Marche, l’unica zona in Italia in cui si può trovare il vero tartufo bianco. Al di là di quello che si possa pensare il tartufo è una primizia che si può trovare in natura in ogni periodo dell’anno. A seconda del mese, ovviamente, cambia la qualità ed il sapore. Le colline sanminiatesi sono celebri per la presenza di tutti i tipi di tartufi.
La tradizione dei tartufai a casa di Massimo ha inizio con suo nonno. Nonostante siano anni che porti avanti questo mestiere la passione gliela si legge negli occhi e la si sente nelle parole. Chissà quante volte è andato per boschi alla ricerca dell’oro bianco magari accompagnando turisti italiani e stranieri ma, ancora oggi, si percepisce un emozione come quella della prima volta.
Per noi, che è davvero la prima volta, l’emozione è grandissima. Seguiamo il cagnolino da tartufo in ogni sua mossa e quando finalmente inizia a scavare esplodiamo di felicità. Eccolo lì, il nostro primo tartufo bianco!
Impariamo che fra le leggi che regolamentano la caccia al tartufo la più importante è quella di salvaguardia dell’ambiente. Ogni tartufaio, una volta raccolto il premio, deve infatti andare a ricomporre l’ambiente naturale così come era prima. Inoltre è permesso esclusivamente l’ausilio di un cane e di un “vanghetto” a forma piatta per scavare. Ogni altro utensile è passibile di multa.
La nostra caccia termina con un discreto bottino per essere la prima volta: un tartufo bianco pregiato, un tartufo bianco “novello” ed un tartufo nero. Ognuno di essi ha un odore diverso ma i migliori li riconosci subito: sono quelli che all’interno presentano le tipiche venature. Adesso è il momento di spostarsi a casa di Massimo dove sua sorella Letizia ci delizierà con deliziosi manicaretti a base, ovviamente, di tartufo!
Dal bosco alla tavola
Nella bellissima dependance che Massimo ha realizzato per accogliere clienti ed ospiti assistiamo alla pulizia ed all’affettatura dei tartufi raccolti. Perché se andare a caccia di tartufi è bello per noi che adoriamo questo prodotto sedersi a tavola e degustarlo è ancora meglio!
Il menu proposto dalla cuoca Letizia prevedeva una crema di ceci con scaglie di tartufo bianco; ravioli freschi ripieni di ricotta e burrata con colatura di alici, tartufo e nocciole; soufflé di patate su crema di taleggio con uovo pochet e tartufo e, per finire, una cosa che mai avrei pensato di assaggiare: un dolce al tartufo (corredato dal nocino prodotto dal padre di Massimo). Ovvero un gelato alla crema ricoperto da un croccante strato di cioccolato bianco al tartufo, da degustare facendolo sciogliere in bocca. Ad accompagnare il tutto i deliziosi vini bianchi delle cantine sanminiatesi Cupelli e Beconcini.
In ogni singolo morso abbiamo assaggiato la passione che unisce questa bellissima famiglia alla tradizione più bella di San Miniato.
La caccia al tesoro per le vie di San Miniato
Il tempo di realizzare la fortuna che abbiamo avuto a partecipare ad un’esperienza simile quando dal centro storico di San Miniato ci giunge una richiesta di aiuto.
Arrabbiata con gli abitanti del paese la Strega Barbuccia ha inflitto loro una maledizione che li condannerà a essere infelici per tutta la vita. L’unico modo per salvare la popolazione è donarle la pozione magica chiusa in un forziere il cui codice può essere ottenuto solo cercando i vari numeri situati in punti strategici della città.
No, non siamo impazziti. Questo è solo il punto di partenza della divertentissima caccia al tesoro organizzata dai ragazzi di Discover San Miniato per permetterci di scoprire le bellezze della città divertendoci un po’.
Per un’ora circa abbiamo vagato su e giù per le vie del paese cercando indizi ma soprattutto ammirando la bellezza di un borgo ingiustamente poco conosciuto. La sfida termina con una medaglia d’argento per noi.
Visita guidata in città
Smaltito ben bene il pranzo è giunto il momento di seguire Sara per una visita guidata con più calma per le vie di San Miniato per conoscere a fondo questo bel paese.
Perché se il tartufo è il motivo per cui è così celebre, San Miniato è da sempre terra ambita. La sua posizione strategica in cima ad una collina a metà strada fra Pisa e Firenze ha permesso uno sviluppo economico e culturale notevole.
Oltre alla fiorente attività commerciale il paese è stato un crocevia di tantissimi personaggi illustri, Napoleone Bonaparte per citarne uno a caso, che nel corso degli anni gli hanno regalato grandissimo lustro e monumenti degni di nota.
Da vedere sicuramente il suo Duomo con la sua facciata rappresentante la costellazione dell’Orsa Maggiore. Gli interni poi, ristrutturati di recente in stile barocco, sono una meraviglia per gli occhi e per la mente.
Spettacolari sono anche le numerose terrazze panoramiche, come quella ai piedi della torre di Federico II, dalle quali si può ammirare la bellezza del borgo dall’alto con le sue casette in stile medievale e le viuzze che si snodano come un grande serpente.
Da segnalare anche piazza della Repubblica con l’imponente Seminario Vescovile dalla facciata splendidamente affrescata. Ogni palazzo in questo paese sembra avere una storia incredibile da raccontare.
E per terminare aperitivo con vista
Prima di terminare il nostro blog tour terminiamo la splendida giornata con un gustoso aperitivo nel bellissimo ristorante Pepenero di Gilberto Rossi. I più attenti di voi si ricorderanno si aver visto il celebre chef anche a La prova del cuoco. Tra parentesi, la vista che si ha dalla terrazza del ristorante vale da sola il prezzo del biglietto!
Se c’è una cosa che amiamo trovare durante i nostri viaggi a zonzo per l’Italia è il rivivere di antiche tradizioni. San Miniato è stato un borgo che ci ha colpito estremamente in positivo. Tutte le persone che abbiamo incontrato ci hanno trasmesso una passione senza precedenti. Questo è ciò che rende il nostro bel paese unico al mondo!
Scritto da: