In Val d’Orcia alla scoperta del borgo toscano di Radicofani fra panorami mozzafiato e briganti dal cuore d’oro
Radicofani è, a mio parere, uno dei borghi più affascinanti della Val d’Orcia. Tuttavia viene spesso ignorato da chi si trova a trascorrere qualche giorno in questo meraviglioso territorio toscano patrimonio dell’umanità UNESCO.
Ci troviamo a pochi chilometri dalle terme libere di San Filippo nella zona più meridionale della Val d’Orcia. Situata su una collina a quasi 900 s.lm. dominante tutta la zona è impossibile non notare la maestosa rocca di Radicofani che svetta in contrasto al blu del cielo.
Questa rocca si tratta di una delle fortezze più belle e meglio conservate d’Italia ed è anche l’attrazione più famosa di questo paesino toscano. Già dal 973 d.C. ci sono testimonianze riguardanti questo castello anche se nel corso dei secoli la sua proprietà è passata di proprietario e proprietario, fra cui Medici e lo Stato Pontificio.
Il Brigante gentiluomo di Radicofani: Ghino di Tacco
C’è un personaggio, però, legato indissolubilmente alle vicende di questa rocca ed il suo nome è Ghino di Tacco: il brigante più famoso di tutta la Val d’Orcia.
Ghino di Tacco era un ghibellino senese che, esiliato dalla città natale, prese possesso della rocca nel 1297 e ne fece il quartier generale per le sue scorribande. Le sue vittime erano spesso i viaggiatori che percorrevano la via Francigena da e per Roma. Le azioni di Ghino però avevano una curiosa peculiarità. Poveri e studenti venivano sempre risparmiati ed agli altri veniva sempre lasciato qualcosa per concludere il rientro a casa.
Un ladro, sì, ma un ladro gentiluomo citato anche nel Decameron di Boccaccio e nel Purgatorio della Divina Commedia.
Oggi la fortezza di Radicofani è sede del museo del Cassero. Oltre alla storia del paese e della fortezza vengono esposti anche reperti archeologici che vanno dal periodo etrusco fino al 1500.
La cosa più interessante è sicuramente visitare i sotterranei, le stanze, percorrere i camminamenti di ronda e salire fino alla cima della torre, sulla cosiddetta terrazza dei merli, per ammirare il panorama della Val d’Orcia da 1000 metri di altezza. Per maggiori informazioni sulla visita di consiglio anche di dare un’occhiata al sito ufficiale.
Non solo la fortezza
Radicofani non è però soltanto la sua fortezza. Anche il borgo ai suoi piedi, di tipico stampo medievale, merita assolutamente una visita.
I suoi vicoletti acciottolatti con le case in pietra che vi si affacciano sono l’ideale per chi cerca un luogo tranquillo dove tornare indietro di secoli. Qui la vita scorre tranquilla e passeggiare per le vie del paesino è davvero piacevole.
Sono molti gli edifici di rilevanza storica. Su tutti le due chiese del paese: Sant’Agata e San Pietro.
La chiesa di Sant’Agata, di stampo settecentesco, è un piccolo scrigno di gioielli. Se siete amanti di arte sacri qui troverete un’affascinante crocifisso ligneo del cinquecento e soprattutto il capolavoro Madonna col Bambino, Angeli e Santi realizzato da Andrea della Robbia.
A due passi sorge la chiesa di San Pietro. Di aspetto romanico fuori e gotico dentro anche al suo interno si trovano svariati capolavori di arte sacra di grandissimi maestri come il già citato Della Robbia ma anche di Francesco di Valdambrino, e di Benedetto Buglioni e suo nipote. Merita una visita!
Poco fuori dal centro storico ma sempre raggiungibile a piedi si trova l’affascinante Bosco Isabella. Definito romantico e esoterico, questo giardino è stato costruito in totale sinergia con la natura che lo circonda e sembra emanare un’energia tutta sua.