Villa Demidoff: il risveglio del gigante

Salve amiche e amici, sapete chi sono? No? Allora mi presento!
Mi chiamano il Colosso dell’Appennino, probabilmente per i miei 10 metri di altezza, sono a guardia del parco di un’antica villa medicea. Era il 1580 quando mio padre, il famoso artista fiammingo Giambologna, mi portò nel parco di Villa Demidoff a Pratolino in provincia di Firenze e qui sono rimasto per tutti questi anni.
E perché mai dovrei spostarmi?
Posso stare tutto il giorno con i piedi a mollo nel laghetto con le ranocchie che mi solleticano i piedi, nessuno mi chiede di radermi la barba e quando ho fresco mi rintano nelle grotte segrete delle quali ho l’accesso esclusivo.

Ogni giorno conosco persone nuove. Arrivano, mi immortalano nei loro scatti e mi guardano estasiati. Lo ammetto, forse mi sono un po’ montato la testa, in fondo anche mio padre ripeteva sempre quando ero piccolo “sono felice di averti realizzato ma non avrei voluto farlo a Pratolino“.

Però in fin dei conti qui mi trovo davvero bene. Ancora non ero arrivato nel 1575 ma mi hanno raccontato che tal Francesco I de Medici diede mandato a Bernardo Buontalenti di realizzare una splendida villa per la sua seconda moglie. Mai si era visto uno spettacolo simile prima, purtroppo però, i tempi d’oro furono molto brevi.

Nel ‘600 Francesco I e sua moglie furono trovati morti nella loro villa a Poggio a Caiano, un paesino a circa 20 km da Firenze, e molti furfanti cominciarono ad intrufolarsi ed a portar via statue, quadri e tantissime opere di inestimabile valore.
Ci hanno provato anche con me ma la mia forza ha avuto la meglio!

Per duecento anni vivemmo in uno stato di completo abbandono. A nessuno sembrava importare della sorte mia e dei miei fratelli come la fontana di Giove e la grotta di Cupido. 
Nel 1820 il colpo di grazia, la famiglia dei Lorena ordinò la demolizione della villa medicea e lo spostamento delle statue rimaste nel giardino di Boboli.

Fortunatamente una ricchissima famiglia di industriali russi, i Demidoff appunto da cui il nome del parco, si interessarono al parco nel 1872 donandogli nuova vita e stabilendosi nella Paggeria.

Non so cosa significhi ma nel 2013 siamo diventati addirittura un patrimonio dell’umanità tutelato dall’UNESCO e da allora, nonostante ci siano ancora tanti lavori da fare, il parco sta tornando pian piano al suo antico splendore!

Se capitate a Firenze e volete venire a trovarmi sarebbe davvero un piacere. Ricordate però che il parco è aperto dal venerdì alla domenica, oltre che tutti i giorni festivi, dal 16 aprile al 29 ottobre.
Ah, quasi dimenticavo, l’ingresso è sempre gratuito!

Vi consiglio di dare un’occhiata a questa pagina per ulteriori informazioni su come raggiungermi.
Allora vi aspetto, non mi muovo di qui. A presto!

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