Adoro la domenica ma soprattutto adoro la prima domenica di ogni mese. Avete già capito perchè? Ma certo! Da quando il MiBACT – Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – ha promosso l’iniziativa Musei Aperti infatti sempre più spesso ne approfitto per visitare musei e siti di importanza storica senza mettere mano al portafoglio. E’ già successo con la Fortezza di Santa Barbara a Pistoia oppure agli Uffizi a Firenze. L’ultima volta invece ho deciso di visitare un luogo, vicinissimo a casa, che avevo in lista da tanto tempo ma che ancora non ero riuscito a far mio.
Sto parlando della Villa Medicea di Poggio a Caiano in provincia di Prato.
Una delle 14 ville volute dalla Famiglia Medici che nel 2013 sono state riconosciute dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità.
Se ricordate bene non è la prima della lista che visito. Giusto qualche tempo fa ero stato al Parco Mediceo di Pratolino, la cui villa è andata distrutta ma il cui giardino gode ancora di tutto il suo splendore. Indimenticabile l’immenso Colosso degli Appennini.
La Villa Medicea di Poggio a Caiano: arte e storia
La Villa Medicea di Poggio a Caiano, chiamata anche Villa Ambra, fu commissionata da Lorenzo il Magnifico a Giuliano da Sangallo alla metà del XV secolo. Stiamo parlando di quella che probabilmente è la Villa Medicea per eccellenza, perfetto connubio di spazi e stili, e che fu usata negli anni successivi come modello per le altre.
Tipica delle ville rinascimentali è la posizione predominante, in questo caso alle pendici del Montalbano, e la distribuzione simmetrica delle stanze intorno al grande salone centrale.
La struttura rinascimentale è rimasta pressoché intatta, compresi gli affreschi che ne ornano le stanze ad opera dei maggiori artisti del tempo come Filippo Lippi, del Franciabigio e del Pontermo.
Mozzafiato è il salone di Leone X decorato con affreschi celebrativi della famiglia fiorentina.
Sala Leone X
Al termine della dinastia dei Medici la Villa passò prima in mano agli Asburgo-Lorena e poi ad Elisa Baciocchi Bonaparte, sorella di Napoleone, che la modificò sia negli affreschi che nella struttura adattandola ai canoni classici del tempo. Di notevole importanza estetica fu la costruzione delle due rampe di scale a forma semielicoidale che donano alla villa un aspetto, se possibile, ancora più spettacolare.
Il secondo piano ospita invece, dal 2007, il Museo della Natura Morta in cui ammiriamo oltre 200 dipinti provenienti dalle collezioni medicee.
Amore, intrighi e tradimenti a corte
Se i muri della Villa Medicea di Poggio a Caiano potessero parlare racconterebbero storie da far invidia alle riviste di gossip più in voga. Come non narrare la storia di Bianca Cappello, bellissima giovane veneziana, sposa di un fiorentino squattrinato che molto delusa dal suo matrimonio si invaghì, corrisposta, del Granduca Francesco I. Quest’ultimo, nonostante fosse sposato con Giovanna d’Austria, fece di Bianca la propria amante. Ancora oggi è possibile vedere l’appartamento di Bianca con la porta segreta che conduceva alla camera di Francesco I.
La scala di Bianca Cappello che conduceva alla camera di Francesco I
Uno strano scherzo del destino fece sì che, in pochi giorni, il Granduca rimase vedovo ed il marito della sua amante morisse in circostanze molto misteriose. Solo allora Francesco I e Bianca Cappello poterono finalmente rendere ufficiale il loro amore, sposandosi. Il karma però è una cosa con cui non scherzare e pochi anni dopo entrambi trovarono la morte a causa di una improvvisa febbre malarica. I più maligni raccontano invece che la coppia venne avvelenata, per motivi sconosciuti, dal fratello del Granduca, tale Ferdinando.
Anche durante il periodo di Firenze Capitale la Villa fu teatro di vicende amorose piuttosto singolari. L’allora Re Vittorio Emanuele II di Savoia era solito portare qui una delle sue tante amanti: la bella Rosina, una popolana torinese. A Poggio a Caiano i due trascorsero giorni felici arrivando addirittura, alla morte della Regina, a sposarsi con un matrimonio morganatico, ovvero che né Rosina né eventuali figli avrebbero potuto vantare alcun diritto sui titoli o sui privilegi del Re.
Sala da biliardo ridecorata durante il periodo di Firenze Capitale
La leggenda della Ninfa Ambra
La leggenda della Ninfa Ambra, che dà il nome alla Villa, è narrata in un poemetto scritto dallo stesso Lorenzo il Magnifico. La Ninfa, seguace di Diana, era diventata l’ossessione del fiume Ombrone. La Dea, per sottrarre Ambra dalle insidie di quest’ultimo, la trasformò in un sasso. Leggenda vuole che proprio con questa pietra fu costruita la Villa Medicea di Poggio a Caiano.
Nei giardini della villa si trova una statua in terracotta raffigurante Ombrone che cerca di catturare la Ninfa.
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