Pianosa, il barattolo che ha perso il coperchio

Pianosa, il barattolo che ha perso il coperchio

“Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni.”
Fëdor Dostoevskij

Non molto tempo fa, abbiamo scoperto una meta davvero affascinante e con un passato davvero molto oscuro.  Oggi invece è nota per le colture autoctone, le acque cristalline similcaraibiche e la reintegrazione sociale. Non avete ancora capito? Stiamo parlando di Pianosa!

Innanzitutto è doveroso darvi la collocazione geografica, quest’isola si trova nell’arcipelago Toscano esattamente a Sud-Ovest dell’Isola d’Elba, la principale per dimensioni.

Come si evince dal nome è prevalentemente pianeggiante per questo è un territorio che si adatta benevolmente all’agricoltura. Tutta l’isola fa parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago toscano quindi vi è una forte salvaguardia della flora e della fauna locali, basti pensare che sono vietate tutte le attività riguardanti la navigazione e la pesca nel raggio di un chilometro. Caratterizzata da un clima mite è la parte più bollente del territorio toscano. Ah, già, la Toscana ha dovuto sudare per ottenere il dominio su quest’incantevole triangolo sul mare. Abitata fin dall’epoca preistorica, inizia ad avere un’importante ruolo durante il Sacro Romano Impero poiché Pianosa è stata integrata nelle rotte commerciali romane del Mediterraneo, come testimoniano i numerosi reperti archeologici rinvenuti sott’acqua. Tornando a noi, durante il Basso Medioevo il dominio di questo territorio era conteso fra Pisa e Genova e, ovviamente, tra i due litiganti il terzo gode, infatti, nel 1399 d.C. viene presa sotto l’ala da Piombino.

La svolta si ebbe a metà del 1800, secolo nel quale venne istituita la colonia penale agricola di Pianosa e furono inviati sull’isola i condannati destinati ad occuparsi dei lavori nei campi. Questi però non furono i primi prigionieri, infatti, vi era un precedente: la deportazione di Agrippa Postumo, nipote ed ex-erede di Ottaviano Augusto, il primo imperatore romano. Agrippa rimase in esilio sull’isola per sette anni, finché non fu giustiziato..

Nel 1968 Pianosa divenne la piccola Alcatraz italiana perché trasformata in un penitenziario di massima sicurezza e la rimanente popolazione dell’isola venne evacuata. Nella struttura voluta dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa vennero confinati inizialmente appartenenti a organizzazioni terroristiche e in seguito pericolosi esponenti delle mafie. L’attività però venne a diminuire fino al termine che è stato nel 2011. A partire dal 2011 il carcere è stato convertito in albergo il cui personale è composto in gran parte da detenuti per garantire loro il graduale reintegro nella società e nel mondo del lavoro. L’Hotel inoltre utilizza i prodotti derivanti dall’agricoltura del territorio stesso che peraltro si dice siano veramente di ottima qualità.

E’ interessante vedere l’epilogo di un luogo che fin dall’antichità è stato un barattolo ermetico per la libertà ed ora invece è diventato occasione di riscatto per chi non gode (momentaneamente o a lungo termine) di questo diritto.