Passare all’Eremo di Santo Spirito a Majella da quello di San Bartolomeo in Legio è davvero un gioco da ragazzi. I due luoghi di culto sono davvero vicinissimi l’uno all’altro ma, mentre il secondo si raggiunge percorrendo un impegnativo sentiero sterrato, il primo si trova proprio lungo la strada ed è facilmente raggiungibile direttamente in auto.
Non fatevi però ingannare da questa semplicità, stiamo sempre parlando di uno dei luoghi più solenni e rappresentativi d’Abruzzo.
Le sue origini sono così antiche che ne abbiamo ormai perso tutte le tracce. Sembra che un primo nucleo venne fondato addirittura nel XI secolo da un ordine di monaci benedettini provenienti dal Monastero di S. Benedetto di Montecassino. Come per l’eremo di San Bartolomeo in Legio fu Pietro da Morrone, che poi divenne papa Celestino V, ad effettuare i lavori di ristrutturazione costruendo inizialmente un oratorio ed una prima cella che si andarono ad ampliare via via che la comunità andava espandendosi. Lui, insieme ad altri monaci, fu il primo a viverci stabilmente per qualche anno intorno al 1246.
Dopo un periodo di fioritura l’Eremo di Santo Spirito a Majella visse un lento declino fino al 1586 quando ottenne prima il titolo di Badia e poi la costruzione della Scala Santa che conduceva all’oratorio di Santa Maria Maddalena voluta dal monaco Pietro Santucci. Gli anni successivi videro nuove ristrutturazioni ed ampliamenti di tutto il complesso.
Visitare l’Eremo di Santo Spirito in Majella: un’esperienza mistica
La particolarità di questo luogo religioso è la sua posizione letteralmente incastonata nella roccia della quale sembra essere una naturale proiezione.
La visita ha inizio nella piccola chiesetta, molto sobria ma che lascia intendere un alone di solennità unico.
Alla destra della chiesa una porta in ferro, per accedere qui occorre pagare un ticket di 5 euro( oppure 7 con visita guidata), spalanca le porte al percorso vero e proprio che si snoda come un serpente all’interno della roccia offrendo anche viste mozzafiato sulla valle circostante. Davvero suggestivo!
Si giunge così ad alcune sale come la Sacrestia, la Clausura e alla Foresteria che nel loro silenzio raccontano una storia di fede lunga quasi mille anni. I 31 gradini della Scala Santa, costeggiata da una via Crucis incisa nella roccia, conducono poi all’Oratorio della Maddalena con un bellissimo affresco della Deposizione risalente ad oltre 500 anni fa. Qui si conclude la visita ad uno dei luoghi più spettacolari non sono della regione ma, osiamo, di tutto il mondo!
Se questo luogo rapisce gli occhi anche l’anima ne trae giovamento. Non importa se atei o di un culto diverso, qui si respira una solennità che sembra entrare nei polmoni come l’aria più fresca. Sicuramente una tappa da non perdere durante un viaggio come si deve in Abruzzo!
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