Nobiltà decaduta: esplorazione urbana a Palazzo G.

Non saprei dire se si tratta di una villa o di un castello. Quello che è certo è che il nome Palazzo G. si addice perfettamente all’aura quasi misteriosa sprigionata da questo edificio. Ciò che più mi piace del fare Urbex è lo scovare posti abbandonati che non sono stati rovinati da niente se non dal passare del tempo. Una sottile linea di polvere è scesa su tutti i mobili e gli oggetti della casa come a volerli proteggere in attesa che il loro padrone venga a portarli via.

Ed invece il padrone non è mai tornato, lasciando l’arredamento come congelato nel tempo. Qua e là delle orme ci confessano che qualcuno è stato qui prima, qualcuno che ha apprezzato questi luoghi senza danneggiarli. Per questo motivo non posso e non voglio rivelarne la posizione esatta.

La storia di Palazzo G. affonda le sue radici addirittura nel ‘500 quando nacque come cascina di caccia prima di diventare una residenza di lusso. I proprietari erano una famosissima famiglia che  fino al XVIII secolo deteneva il potere in gran parte del Nord Italia. Gli ultimi proprietari certificati sono stati l’ingegner Carlo Dorelli e sua moglie Ines, la quale visse qui fino a 108 anni.

La casa è strutturata su più piani: al piano superiore troviamo le camere da letto quasi immacolati mentre i sottorranei sembrano il set per un video Black Metal. Ma ciò che più colpisce veramente è il piano terra. Poche stanze ma immense, soffitti altissimi e vuote al centro come se dovessero ospitare un ballo. Gli affreschi in stile Art Nouveau, tipici dei primi del ‘900, che adornano le stanza devono aver sostituito i finimenti rinascimentali tanto cari alla precedente gestione. Se non fosse per i danni del tempo la casa non sembrerebbe nemmeno abbandonata. Un bellissimo pianoforte, un angolo lettura, quadri appesi alle pareti ed i mobili ancora pieni di vestiti raccontano di come gli abitanti se ne siano andati improvvisamente. Il motivo ci è oscuro. Una nobiltà decaduta che il tempo ha impresso per sempre nella sua memoria.

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