Toscana: terra di arte, cibo e borghi.
Accanto a quelli ben più blasonati come San Gimignano e Pienza sorgono infatti piccoli paesini, di una bellezza disarmante, che hanno saputo resistere all’assalto del turismo di massa.
Questo è il caso di Anghiari, gioiello incastonato fra le colline aretine, che si è saputo meritare anche l’ambita bandiera arancione del Touring Club Italiano.
La battaglia di Anghiari ed il capolavoro perduto di Leonardo Da Vinci
Arroccato in cima ad un promontorio e circondato da possenti mura risalenti al 1200, Anghiari domina la Valtiberina. Luogo dove, nel 1440, ebbe luogo la battaglia fra fiorentini, sostenuti dallo stato pontificio, e milanesi che ha contribuito a rendere celebre questo posto.
Si narra infatti che le due fazioni si scontrarono per giorni e giorni senza colpo ferire fino a quando un cavaliere milanese morì cadendo di cavallo. Questo singolare evento pose fine alla guerra decretando i toscani come vincitori.
Il risultato fu molto importante sia perché contribuì a mantenere l’egemonia dello stato pontificio sia perché restituì a Firenze quella supremazia messa in dubbio dai tumulti del tempo. Per celebrare la vittoria i fiorentini incaricarono Leonardo da Vinci di affrescare una parete del Salone dei Cinquecento dentro Palazzo Vecchio raffigurante la battaglia di Anghiari.
Vi abbiamo parlato di capolavori perduti proprio perché l’opera del genio toscano venne ricoperta in seguito a nuove decorazioni ad opera del Vasari negli anni fra il 1555 e il 1572. Del vecchio affresco sono rimasti solo alcuni schizzi e bozze fra cui una, ad opera di Rubens, conservata nel Louvre.
Ma cos’è Anghiari oggi?
Anghiari oggi è un borgo che con le sue case in mattoncini ed i suoi vicoletti dimostra che si può riuscire a mantere la propria identità in un mondo dove la frenesia e la modernità hanno ormai preso il sopravvento.
La cosa che possiamo consigliarvi è quella di camminare senza meta fra le salite e le discese di questo paesino, scoprendo ad ogni passo nuovi scorci e panorami mozzafiato sulla valle sottostante.
La Scampanata di Anghiari
Paese che vai, tradizione che trovi ed Anghiari non poteva essere da meno. In questo borgo il 5 di maggio con cadenza quinquennale va in scena una delle feste più pazze al mondo: la Scampanata.
L’origine è dovuta ad una leggenda popolare del II secolo A.C. secondo la quale una matrona romana di nome Angiria, dopo aver ucciso il marito, costruì una stazione termale dove obbligava i suoi dipendenti più pigri a cavalcare nudi un asino intorno alle terme sottoponendoli alla derisione del popolo.
Fantasia o meno, si hanno riferimenti a questa pratica, detta del charivari, anche nel 1626 in un manoscritto di Lorenzo Taglieschi dove si racconta di tal Basilio Morgalanti, noto dormiglione, che fu preso durante una delle sue pennichelle, caricato su un asino e fatto sfilare fra la folla urlante.
Oggi per partecipare alla Scampanata occorre innanzitutto iscriversi preventivamente (occorre essere residenti ad Anghiari) poi presentarsi alle 6:00 del mattino dei giorni prestabiliti nella piazza principale del paese. Tutti coloro che arriveranno in ritardo verranno sottoposti all’umiliazione pubblica a bordo di un carretto addobbato da un’aringa affumicata con tanto di lancio di uova e farina.
La parte più pazza di questa festa sono gli escamotage degli iscritti per riuscire a far ritardare gli altri concorrenti.
Vi diciamo solo che una volta un malcapitato si ritrovò letteralmente murato vivo in casa sua!
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