Finalmente sono riuscito a pubblicare il diario dei nostri 4 giorni a Barcellona.
Una metropoli che suscita opinioni contrastanti: o la si apprezza capillarmente o si storge il naso.
Bene, io non ho nassolutamente storto la proboscide, anzi, rientro nella categoria di quelli che se ne sono innamorati così come mia madre che , come vi avevo preannunciato, è la special guest di questo viaggio.
Di seguito il resoconto dei nostri 4 giorni:
Day 1:
Ore 6,50 – La partenza è di quelle terribili, sveglia alle 3 e con gli occhi ancora abbottonati ci dirigiamo verso Pisa dove un aereo Ryanair, puntualissimo, in un ora e mezzo ci porta a Girona.
Per raggiungere Barcellona prendiamo il bus della compagnia Sagales che con 16 euro ci porta alla Estacio d’Autobusos Barcelona Nord in prossimità della stazione della metro Arc de Triomf. Proprio in metro raggiungiamo piazza Catalunya, dove si trova il nostro alloggio dal nome Room In Placa Catalunya, che in sostanza non è altro che una stanza in un appartamento di un ragazzo spagnolo.
Nemmeno il tempo di posare le valigie e già percorriamo la strada più famosa di Barcellona: La Rambla, un viale alberato che ospita incessantemente continui flussi di turisti e non, venditori ambulanti e borseggiatori, anche se dobbiamo ammettere che noi non abbiamo mai avuto nessun tipo di problema.
Pochi metri e alla nostra destra troviamo il Mercato della Boqueria, il famoso mercato coperto che espone di tutto, dalla frutta e verdura al pesce fresco passando per salumi e prosciutti locali.
Ci facciamo spazio fra la folla e ci immergiamo nei colori e negli odori emanati dai prodotti in mostra, chiudendo gli occhi le migliaia di voci urlanti sembrano sparire regalandoci un esperienza quasi surreale.
Osserviamo le autentiche opere d’arte create dai fruttivendoli e ci rifocilliamo con grandi dosi di macedonia e succhi di frutta freschi.
Girando fra i banchi ne abbiamo trovato uno che li vende ad un euro e ne abbiamo presi due a testa, se li provate non ne farete più a meno, credeteci!
Proseguiamo il nostro cammino fra le viuzze del Barrio Gótico, il centro della città vecchia di Barcellona, dove ammiriamo in primis la chiesa diSanta Maria del Pi con il suo caratteristico rosone, uno dei più grandi del mondo.Poi ci spostiamo verso la Catedral, stupendo esempio di architettura gotica.
Vale la pena perdere qualche minuto per ammirare le navate, il chiostro e la tomba di santa Eulàlia, patrona di Barcellona, nella cripta raffigurante le torture subite dai romani.
Approfittate degli ingressi gratuiti dalle 8.00 alle 12.45 (13.45 la domenica) e dalle 17.00 alle 19.30 altrimenti l’ingresso è 6 euro.
Non è tutto perché continuando a percorrere le suggestive via della città vecchia, costeggiando i resti delle mura romane, arriviamo alla Chiesta di Santa Maria del Mar, forse la più suggestiva struttura gotica di tutta Barcellona.
L’ingresso è libero ma cercate di non arrivarci troppo svestiti, ad alcuni malcapitati turisti è stato negato l’accesso!
La chiesa, a differenza di come appare esteriormente, è pervasa dalla luce, la probabilità di rimanere impassibili è nulla.
Non a caso molti scrittori come Zafon o Falcones hanno ambientato qui alcuni dei loro romanzi.
A questo punto decidiamo di concludere il nostro pomeriggio al mare, quindi riprendiamo la Rambla, quasi senza accorgercene camminiamo sopra il Mosaic de Mirò, e arriviamo fino alla statua di Colombo e che pone fine alla Rambla e da inizio alla Rambla de Mar, un ponte in legno di recente costruzione che ci porta alle affollatissime spiagge della Barceloneta.
Troviamo un posticino dove accomodarci e io ne approfitto per gettarmi in acqua alla ricerca di un po’ di refrigerio.
Qualche ora di relax ed è già l’ora di cena, prendiamo due porzioni di paella e sangria ad un chiosco per strada, torniamo in appartamento e dopo una doccia crolliamo a letto sfiniti, le sole 3 ore di sonno hanno avuto la meglio.
Day 2:
La sveglia suona alle 9, nonostante io stessi fremendo già da prima aspetto paziente che anche mia madre si svegli.
Il motivo per tanta impazienza? Oggi in programma c’è Parc Guell!
Scendiamo in metro e decidiamo di fare il biglietto t-10 che consente di effettuare 10 corse su tutti i mezzi pubblici al prezzo di 11.90 euro, contro i 2.15 della corsa singola, un bel risparmio no? (un suggerimento: una corsa vale 1 ora e 15 minuti quindi se avete convalidato il biglietto in metro una volta fuori potrete anche prendere il bus senza sprecare altre corse).
Scendiamo alla fermata Vallcarca e prendiamo le scale mobili che ci condurranno al famoso parco di Gaudì fermandoci per un caffè in un piccolo bar gestito da una simpaticissima signora.
Arriviamo a Parc Guell che già è invasa dai turisti e ci mettiamo in fila per il biglietto (8 euro se lo fate sul posto altrimenti 7 se acquistato on line; a pagamento da ottobre 2013).
L’ingresso alla parte monumentale del parco è consentito ogni mezz’ora e per un massimo di 400 visitatori a volta, il nostro turno è alle 12.30 e nonostante avessimo più di due ore di stacco non disperiamo, infatti è possibilie visitare gratis i giardini antestanti il parco e percorrere i viadotti, sempre opera del grande Gaudì.
Arriva il nostro turno e finalmente entriamo, l’opera di Gaudì completata nel 1914 e commissionata da Eusebi Güell doveva essere una città-giardino per ricchi fino a quando nel 1922 il comune di Barcellona acquistò il parco e lo rese pubblico.
Scendiamo nella piazza, delimitata da panchine dalla forma sinusoidale e ornata dai mosaici che hanno reso il lavoro di Gaudì celebre, osserviamo la bellissima vista sul parco sottostante e fra un bastone per i selfie e l’altro (non ce la faccio a chiamarli selfie stick scusate) anche noi facciamo le classiche foto di rito.Scendiamo la scalinata per arrivare alla sala delle 100 colonne(in realtà quelle terminate sono 85), chiamata anche sala Ipostila, non prima di aver toccato con mano la famosa Salamandra (o Drago) di Parc Guell.
Alziamo lo sguardo e osserviamo il soffitto i rosoni, realizzati con la tecnica delTrencadis, che rappresentano le quattro stagioni.
I due edifici che avevamo fotografato dalla piazza ospitano uno il museo di storia di Barcellona e l’altro un souvenir shop.
Dopo aver camminato ancora per il parco usciamo a ci dirigiamo in sequenza prima verso La Pedrera e poi verso Casa Batllò, opere manco a dirlo di quel genio di Gaudì. Casa Battlò
La Pedrera
Entrambi gli edifici seguono linee ondulate tanto care all’artista ma è Casa Batllò che ci colpisce particolarmente con le grandi vetrate tempestate di verde e di blu ed i balconi simili a maschere teatrali.
Scoraggiati dalle file e dal prezzo (16 euro per La Pedrera e 23 per Casa Batllò) non entriamo e ci dirigiamo verso il simbolo di Barcellona: la Sagrada Familia.
L’incompiuta si erge davanti ai nostri occhi, la facciatà della Natività è stata terminata nel 1930 ed è quella più riccamente decorata con personaggi e immagini naturali.
La facciatà della Passione è la facciatà più austera e simbolicamente rivolta verso il sole.
Sui muri è rappresentata la vita di Cristo dall’Ultima Cena alla sepoltura. Un crittogramma di numeri la cui somma da sempre 33 rappresente l’età di Cristo al momento della crocifissione.
” Comunque Gaudì aveva dei seri problemi” questo il commento scherzoso di mia madre alla vista delle guglie ornate da quelli sembrano palloncini.
Si stima che i lavori per portare a termine la chiesa, concepita come tempio per l’espiazione dei peccati di una città troppo moderna, si protrarranno fino al 2030 quando sarà in grado di accogliere ben 13000 fedeli.
Varchiamo l’Arc de Triomf e concludiamo il pomeriggio nel verde del Parc de la Ciutadella, dove riposiamo e ammiriamo estasiati la cascata monumentale.
E’ inoltre possibile fare un giro in barca nel laghetto oppure visitare lo zoo cittadino.
Noi non abbiamo fatto nessuna delle 2 cose ma abbiamo fatto amicizia con due simpatici alessandrini.
La sera ceniamo in un locale sulla Rambla accompagnato da un Mojito,
un consiglio: chiedete sempre il prezzo di quello che ordinate per evitare brutte sorprese!
Concludiamo così il nostro secondo giorno e la prima parte del racconto dei nostri 4 giorni a Barcellona.
Clicca qui per la seconda parte